Palazzo Farnese

Palazzo Farnese ricorda la Piacenza ducale del ‘500, capitale del primo Farnese. Progettata da Jacopo Barozzi detto il Vignola ( 1507-1573), senza ombra di dubbio perché i disegni originali sono stati ritrovati dall’architetto Antonio Terzachi nel 1978. Piacenza si conferma come patria dell’unica reggia costruita in Italia nel Rinascimento dal grande architetto emiliano.
La mole farnesiana – la grande incompiuta- fu voluta da Margherita d’Austria moglie di Ottavio Farnese che ne gettò le basi nel 1558. I lavori proseguirono per mezzo secolo pagati dalla comunità piacentina. L’edificio in cotto, sorto su una lieve scarpata, presenta tre piani oltre il vasto seminterrato. Due logge al pianterreno e al primo piano si aprono sul vasto cortile interno che presenta nicchie angolari e una esedra. La grandiosità di palazzo Farnese Farnese si scopre specialmente di notte,quando d’estate si tengono spettacoli nel cortile.
La cancellata in ferro battuto del ‘600 con i gigli farnesiani immette nel salone del trono: gli affreschi allegorici rappresentano la Giustizia, la Pace e l’Abbondanza; al centro c’è lo stemma dei Farnese. Seguono sale dipinte dal Galluzzi.
Il primo salone con l’affresco dell’Aurora sul soffitto fa da anticamera all’appartamento della duchessa. Tre sale recano stucchi del ‘600 che incorniciavano quadri del genovese Draghi con le imprese militari di Alessandro Farnese. Sale e alcova erano completate da dipinti di Sebastiano Ricci. Al Caromosino ( Bernardino Panizzari) è attribuita la cappella ottagonale con stucchi. Un largo scalone conduce al secondo piano e poi ai sottotetti. Quadri, mobili, arazzi di palazzo Farnese furono trasferiti a Napoli nel 1731 dal duca Carlo di Borbone divenuto re. Adibita a caserma e ridotta in uno stato pietoso dal 1800 all’ultimo dopoguerra, la reggia piacentina si sta restaurando e diventa sede dei musei della città